Inizialmente utilizzato per il cinema, la color grading è un’alterazione digitale che permette di avere una cromia particolare a tutta l’immagine per enfatizzare e trasmettere un mood. Per la fotografia si tratta più di un processo creativo che di necessità e, aggiungerei, di tendenza.
E’ un mood, un’emozione espressa cromaticamente, un segno di riconoscimento per alcuni fotografi: la color grading è un processo che si esegue passo passo cominciando con il bilanciamento del bianco e la correzione delle fotografie su cui si vuole agire.
Si spinge poi sulla ruota cromatica in modo da esaltare un singolo colore oppure diversi colori. Se andiamo a esaltare un singolo colore dobbiamo, innanzitutto, sapere cosa vogliamo esprimere. Ogni colore ha un suo significato, non dimentichiamolo, quindi avremo:
- Blu tranquillità, calma e una sensazione di freddo;
- Rosso passione, movimento, attira l’attenzione;
- Giallo emana sensazioni positive e sensazione di caldo;
- Arancione allegria, gioia, energia;
- Verde armonia, quiete e pace;
- Viola solennità e misticità.
Ma come si fa la color grading?
Come dicevo bisogna sempre partire con la color correction, cioè la correzione del colore in modo da avere un buon bilanciamento del bianco, poi si effettua il color grading.
Possiamo effettuare una color grading su un unico colore che influenzerà tutta l’immagine; su colori complementari, creando dei colori vividi se spingiamo anche sulla saturazione; si possono utilizzare tre colori, producendo un elevato contrasto; oppure si possono utilizzare diversi colori (solitamente non più di 5 nello stesso range della ruota cromatica), così da mantenere una sensazione di calma e tranquillità.
Si agisce sulle curve cambiando l’intera gamma dinamica dell’immagine; oppure si può apportare un cambiamento di tinta agendo sui valori tonali o attraverso la consultazione colore selettiva o attraverso lo strumento consultazione colore: si agisce su un colore in particolare per dare una dominanza a tutta l’immagine cercando di non alterare troppo il risultato finale per evitare aberrazione cromatiche, quindi avere un effetto pagliaccio nel risultato finale.
In alcuni casi sono i programmi di post produzione a dare alternative di color grading come Adobe Photoshop che offre una serie di opzioni andando ad agire già in camera raw sul profilo colore dell’immagine. Oppure ci sono dei presets appositi che ti offrono una immensa gamma di color grading adatti a ogni tipo di immagine (ritratto, dinamica, film, noir, vintage solo per fare alcuni esempi).
Insomma, alla fin fine la color grading è una questione di gusto come in tutte le post produzioni. Bisogna solo avere cura di non esagerare e di mettere un po’ del proprio carattere per sperimentare e raggiungere un buon risultato. Creatività al primo posto e via che comincia il nostro mondo!
Vi mostro un PRIMA/DOPO di alcune immagini in cui mi sono divertita a enfatizzare l’aspetto comico della situazione. La sequenza si intitola “Sto bene dove sono”