Il detto “si mangia prima con gli occhi” non sbaglia affatto quando parliamo di food photography.
Non confondiamo, però, i food photographer da chi scatta col cellulare prima di mangiare il piatto che si ritrova davanti. I food photographer studiano il set, i colori, le luci, i props (elementi aggiuntivi come posate, fiori, vasi, tazze e molto altro) e non si limitano a mettere in posa una pietanza e scattare una fotografia. I food photographer, sappiate bene, riescono a rendere appetitosa persino un’insalata.
La fotografia di cibo dev’essere studiata a tavolino, non si può improvvisare, perché, anche l’angolo di ripresa, l’ingresso della luce, le ombre o un banale pannello messo al punto giusto può fare la differenza. Inoltre, bisogna prima di tutto capire se il piatto è davvero instragrammabile (come si dice oggi), cioè fotografabile e risulta, quindi, essere appetitoso alla vista, dato che, altro senso non può sfruttare chi consuma la fotografia. Infatti, qui si tratta, prima di tutto, di consumare con gli occhi.
Iniziamo con una piccola descrizione sulle scelte che un fotografo dovrebbe fare prima di eseguire uno scatto di food. Innanzitutto, vedere esattamente com’è composto il cibo che si vuole fotografare: la forma e la consistenza determinano molte volte l’angolo di ripresa e la direzionalità della luce. Per esempio, una forma particolare come quella di alcune brioche potrebbe risultare più appetibile se si utilizza una retro illuminazione. Colori chiari, scuri o decisi, questo dipende sempre da ciò che andremo a fotografare e, quindi, determineranno a loro volta i props e lo sfondo. Se vogliamo fotografare un cupcake con gli zuccherini colorati metteremo dei props in modo da non creare confusione sul set. Dei cupcake al cioccolato potrebbero essere fotografati con un fondale scuro e una condizione di luce soffusa (dark mood).
Successivamente, si comincia a costruire il set: sfondo e piano devono avere un senso e tornando ai nostri cupcake al cioccolato per fotografarli si potrebbero mettere un fondale scuro e una base quasi simile: un cemento per lo sfondo e un marmo scuro per la base. Sono tutti esempi, in realtà possiamo fotografarli come vogliamo, anche con il set total white, ma qui voglio portare la vostra immaginazione a mangiare prima di vedere.
Pensando il nostro dark mood set, possiamo inserire degli elementi come tovaglioli di stoffa, alzate, o vassoi pieni di altri cupcake o semplicemente una tazza di latte, degli ingredienti con cui sono fatti i nostri dolci, dei fiori o potremmo lasciare i nostri cupcake nudi su una superficie scura avvolti da una spolverata di cacao.
Fotografare food vuol dire, innanzitutto, fare delle scelte o di stile, come ho appena accennato; oppure, scegliere di omettere, ovvero, “vestire” il set di tutto punto per poi eliminare oggetti vari che non servono affatto alla fotografia. Si può agire anche al contrario: mettere solo il cibo interessato e via via aggiungere props e pannellini vari per illuminare o scurire. I pannelli possono essere di vari colori: argentato per dare un tono freddo, dorato per avere un tono caldo, bianco per schiarire, nero per scurire. Non fatevi ingannare dalla facilità con cui certi attrezzi o props vengono pronunciati, il loro utilizzo è molteplice e, soprattutto, nella riuscita della fotografia molto gioca la nostra fantasia e genialità . Contare su una visione diversa potrebbe aiutare a fare di una fotografia banale una fotografia interessante.
Adesso, parliamo di quanto il mercato sia cambiato e fotografare cibo rimane una fonte di marketing che interessa sempre più aziende e fotografi.
Ricordo ancora le fotografie di “Guida Cucina” un settimanale che andava in voga negli anni ’80, in cui si rappresentava la realizzazione di un piatto con un set molto affollato di props e il piatto in bella vista al centro dell’immagine. Adesso, ci sono altri mille modi di fotografare cibo e mille tipi di set (dico mille perché non saprei nemmeno io quantificare le combinazioni di set e luci). In modo del tutto naturale con la compensazione di pannelli che aiutano a contrastare le ombre; oppure in modo artificiale con luce continua o flash.
Devo essere onesta, sembra più facile praticarlo che parlarne e, se devo essere ancora più onesta, è un genere che richiede dedizione (come molti altri generi fotografici), passione, tempo e un pizzico di bravura nel saper cucinare…altrimenti fatevi aiutare da qualche brava amica che mette a disposizione il suo tempo e la sua voglia di cucinare per la fotografia!
Il mercato della food, inteso proprio come parte commerciale di quel che potrebbe sembrare un hobby, è molto vasto e lavora indisturbato fra i reel e i post di instagram. Molte aziende, infatti, reclutano, i propri fotografi proprio attraverso questo social che, inarrestabile, non smette mai di arricchire chi lo conosce e lo sa sfruttare.