La digitalizzazione ha portato molti cambiamenti nell’ambito fotografico, nonostante tutto, ci sono dei limiti che la scienza non può abbattere e nella fotografia non tutto è concesso.
La digitalizzazione ha dato la possibilità di poter scattare senza badare al numero di scatti, ha quindi dato la possibilità, a molti, di potersi esercitare e scattare immagini artistiche, sperimentare nuove tecniche, scattare di tutto rendendosi conto solo in post produzione della quantità di scatti che aveva eseguito e non tutti soddisfacenti.
Ma questo non è solo un vantaggio della digitalizzazione delle macchine fotografiche: poter utilizzare ISO alti senza avere “rumore”; poter scegliere anche i terzi di stop che prima non esistevano e questo significa aver reso le macchine più più precise, più controllabili; poter vedere in anteprima l’immagine grazie al display posteriore…adesso con le mirrorless si vede direttamente il risultato dell’immagine ancor prima di scattare. La fotografia, insomma, ha fatto passi da gigante!
Allora perché parlare di limiti? A quali limiti mi riferisco?
Oltre a pensare che le schede non hanno capacità infinita, anche se si può ovviare al problema solo cambiando scheda per avere altra possibilità di scattare, si può parlare di limiti di utilizzazione causati dalla durata della batteria!!! Devo essere onesta??? Meccanicamente me ne vengono in mente solo due…ma magari cene saranno tanti altri!
Il vero limite della fotografia è l’uomo!
Si! Avete capito bene, l’uomo, secondo il mio piccolo parere, è un limite!
L’uomo e la sua fantasia, il suo modo di vedere il mondo, la sua incapacità di non andare oltre e fermarsi alle regole che gli hanno insegnato.
Pensateci un po’! La fantasia dell’uomo ha dato vita a molte cose importanti: dalla medicina alla meccanica, dal cinema ai fumetti e tutte le arti. L’uomo, come dico io, è un bestia rara, che ha un potenziale talmente vasto che il mondo stesso non riesce a contenere (addirittura! aggiungerei!)
In fotografia, il limite che potrebbe dare la fantasia, l’immaginazione dell’uomo è quello di non riuscire a sviluppare la propria idea, di non riuscire a mettere in pratica quello che la sua mente ha elaborato. Un limite non sempre facile da travalicare. Non sempre ciò che noi vediamo nella nostra mente riesce bene in fotografia. Alcune volte scattiamo immagini pensando che ciò il nostro occhio vede possa funzionare in fotografia e, invece, ci ritroviamo un’immagine banale o confusionaria e questo perché il nostro cervello riesce a isolare quello che succede davanti a noi, mentre la macchina fotografia registra tutto. Dobbiamo solo ricordarci che la macchina non ha esattamente il nostro occhio e quando scattiamo è lei che registra l’immagine.
Altro importante limite dell’uomo è quello di fermarsi all’ABC, ovvero quello di non andare oltre alle lezioni del corso base di fotografia: come settare i parametri della macchina fotografica e come rispettare la regola dei terzi. I grandi artisti diventano tali solo dopo aver sdoganato le regole e questo vale anche per la fotografia, quindi loro, i grandi artisti, sono riusciti ad andare oltre, a vedere oltre il rigido mondo delle regole e dei parametri. L’immaginazione in questo caso è stato un punto a loro favore e, in questo caso, “andare oltre” significa poter scrivere di luce sapendo esattamente quello che si vuole fare. So che molte grandi scoperte sono avvenute a caso (la penicillina è stata scoperta per caso e ha salvato migliaia di vite), ma conoscere bene le regole e poi trasgredirle non significa andare a casaccio. In questo caso significa proprio essere capaci di controllare l’errore, controllare la luce.
Avere dei limiti, badate bene, non è sempre un male: alcune volte la troppa libertà potrebbe anche segnare un punto d’arresto, come quando vi danno un compito a tema libero da eseguire. La troppa libertà pone un limite a dir poco spaventoso: la vastità di cose che si potrebbero fare. Ecco un altro limite a cui molti non pensano e questo perché siamo abituati a svolgere dei compiti assegnati dagli altri. Pensate, allora, a darvi un compito, un tema, un progetto anche se solo per per un’unica immagine e realizzatelo. Partendo da questo compito imparerete a conoscere i vostri limiti e quelli della fotografia; quali immagini si possono realizzare e quali no; cosa dovrete imparare e quello che dovrete fare per realizzare quell’idea, quel progetto, quel tema.
Ponetevi un obiettivo e raggiungetelo. Non abbiate paura, non state sganciando nessuna bomba e la macchina fotografica non esplode.
Le immagini qui di seguito sono entrambe mie. Si tratta della statua di Vincenzo Bellini situata in piazza Stesicoro a Catania. La prima immagine non ha nulla di bello, è solo un’immagine reportagistica che dice che io sono lì, in quel momento. La seconda immagine ha delle piccole differenze: è stata scattata al tramonto, io sono messa in una posizione poco sotto la statua, quindi decentrata e racconto un po’ il periodo che sta vivendo la città attraverso gli elementi che ci sono sulla destra dell’immagine: è un giorno di festa! Anche se il palazzo dietro potrebbe disturbare, nella seconda immagine, tutto si legge in modo lineare: le linee dell’immagine portano lo sguardo dal soggetto principale, che è la prima cosa che colpisce l’occhio, giù fino al racconto dei cittadini che vivono un giorno di festa (in questo caso si tratta del periodo natalizio). Il limite della prima immagine, che sarebbe quello di scattare davanti al soggetto rendendolo schiacciato e confuso con lo sfondo, viene travalicato grazie alla prospettiva dell’inquadratura.