Il 6 e il 7 maggio 200 associazioni fotografiche hanno allestito dei set fotografici per fare un censimento del tutto particolare, anche se non il primo, sugli italiani: un censimento fotografico, organizzato dalla Fiaf (Federazione Italiana Amatori Fotografi) e l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), che ha visto le associazioni fotografiche coinvolte protagoniste nelle proprie città di un reclutamento di cittadini italiani dediti a farsi fotografare per documentare questo momento storico.
Il progetto Obiettivo Italia di quest’anno prevede un ritratto collettivo nazionale per dare uno spaccato degli italiani in questo particolare periodo storico. L’aspetto sociale e umano di questo progetto ha vinto sotto tutti i punti di vista: il numero di associazioni fotografiche che hanno aderito all’iniziativa, la quantità di persone che ha partecipato al censimento e si è offerta volontaria, la curiosità degli italiani e la voglia di mettersi sempre in gioco sono stati tutti elementi fondamentali che hanno reso possibile un ritorno alla normalità per l’aspetto fotografico e documentativo.
I set fotografici sono stati programmi con dovizia e dislocati nei centri di maggior interesse di ogni città. L’ACAF (Associazione Amatori Fotografi Catanesi), associazione di cui faccio parte, ha avuto il suo banchetto in un centro commerciale alle porte della cittadina catanese e con grande sorpresa di tutti i soci sono stati eseguiti ben 165 ritratti comprendenti un vasto ed eterogeno spaccato sociale.
Durante le due giornate trascorse sono stati eseguiti ritratti fotografici, piccole interviste e sondaggi sulla vita dell’italiano medio.
L’aspetto sociale di quest’iniziativa è stato il pensiero che ha legato la gran parte delle persone intervenute che ha raccontato ai microfoni la propria opinione sul mondo cui stiamo vivendo e ha dichiarato che, anche se non si vede che nebbia nel futuro italiano, ancora non perde la speranza.
L’aver coinvolto le persone per come erano vestite, com’erano pettinate, i colori degli abiti e dei capelli, il trucco delle donne, gli accessori e le pose stesse, ha reso questo spaccato di vita un lavoro socioculturale interessante: fra 5 anni il progetto dovrebbe ripetersi per constatare quanto gli italiani sono cambiati e in che modo sono cambiati. Intanto, oggi, gli italiani si sono dimostrati persone che, nonostante il futuro tremolante che li accompagna, riescono sempre ad avere un sorriso e, sempre, ad essere persone di un’umanità delicata.
L’ACAF, con una partecipazione attiva dei soci, è stata capace di coinvolgere un numero sostanzioso di persone in questo progetto: ognuno dei soci ha lavorato in modo da rendere fluido il lavoro dello shooting ed è stato documentato tutto con molta serenità.
Fra interviste, fotografie e battute ironiche i soci acaffini hanno aggiunto una nuova esperienza al proprio curriculum e hanno avuto modo di sbloccare quell’impasse dovuto al COVID che ancora copre come una coltre silente tutti.
Con questo piccolo video vi mostro la partecipazione e l’entusiasmo che hanno caratterizzato due giorni di lavoro per Obiettivo Italia dei soci dell’ACAF e anche degli italiani.