Un racconto per immagini è una storia che viene raccontata in silenzio e grazie alle immagini il lettore riesce a seguire la trama della nostra storia.
Un racconto per immagini, quindi, deve avere una logica, un senso e le immagini non devono essere buttate a casaccio nel mucchio solo per fare numero e far vedere quanto siamo bravi, ma devono riuscire a essere un continuum spazio temporale che segue un certo senso logico. Senso logico che suscita non solo comprensione, ma anche emozione, stimoli e stuzzichi l’animo umano.
Vi ho già parlato di come realizzare un progetto fotografico, adesso andiamo dentro il progetto e cerchiamo di realizzare la nostra idea in modo da poterla mostrare al pubblico. (https://www.agatalagati.it/realizzare-un-progetto-fotografico/)
Dopo aver superato la fase di progettazione arriva quella di realizzazione di un progetto: si passa alla fase di scatto. Avendo già le idee ben chiare in testa possiamo scattare, step dopo step, tutte le immagini che avevamo concordato e messo nello storyboard. Al momento dello shooting può capitare anche di fare delle immagini in più: non dimenticate mai di aggiungere immagini di dettaglio, spesso aiutano a spiegare la scena o piccoli particolari che nella narrazione possono sfuggire. Non scattate come se non ci fosse un domani, però, vi potreste ritrovare con un’infinità di immagini da selezionare.
Ed ecco che si esegue la selezione dell’immagini: bisogna scegliere, innanzitutto, le immagini che raccontano la storia. Selezionare le migliori che significa scegliere fra quelle che raccontano meglio la storia avendo fra loro un legame (il file rouge di cui vi ho già parlato!), avendo cura e sofferenza per quelle immagini che, anche se splendide, non riescono a inserirsi nella trama. Le immagini che scartiamo le possiamo, comunque, utilizzare: tanto belle che sarebbe un peccato lasciarle nell’archivio, ma andranno bene per fare il lancio, la promo o addirittura la copertina del nostro progetto. Un Easter Egg che possiamo includere in un video, o utilizzare via Instagram o altri social, insomma, le immagini vanno relativamente scartate, saremo noi a farle girare al momento giusto e nel modo giusto.
Eseguita la selezione si passa alla postproduzione! Bisogna essere molto attenti e pazienti in questa fase: bisogna dare la propria impronta al progetto senza eccedere e farlo diventare una pagliacciata. Che sia color grading, che sia un bianco nero o un contrasto esagerato, il progetto deve presentare (e dico deve), un’armonia che lega perfettamente le immagini e non distolga l’attenzione dalla trama. Quando il lettore leggerà il racconto si deve concentrare sulle immagini e non sulla post produzione.
Dopo eseguito la post produzione, dare un altro sguardo alla storia stampando dei provini sarebbe il passo successivo, così noterete se qualcosa non va o se bisogna aggiungere particolari o altre immagini a completamento del racconto. Alcune volte basta cambiare la posizione di un’immagine che la trama diventa più scorrevole, che si rafforza il significato, che si cambia lo stesso significato alla fotografia.
A legare tutto il racconto, per i lettori più stolti, potrebbe correre in aiuto una piccola didascalia, una poesia o un piccolo racconto. Questo si chiama “ancoraggio”, come diceva il buon Barthes (vi invito a leggere altri articoli del mio blog in cui parlo del significato dell’immagine). “Ancorare” un testo alle immagini vuol dire fissare il significato della storia alle immagini, dare un sostegno che aiuti il lettore a seguire la storia e rafforzare il significato di questa.
Raccontare per immagini vuol dire far vedere ad altri occhi la storia che la vostra mente ha già letto.
Le immagini del mio progetto Personalità è un racconto di come Freud avrebbe potuto ipotizzare le tre istanze della personalità. Ho ricreato l’andamento della personalità di un unico soggetto attraverso l’unione di tre persone diverse. Di seguito vi posto direttamente l’articolo.