Fotografia significa esattamente scrivere con la luce, quindi intrinseco nel significato sta anche il suo contrario raccontare di ombre (molti avrebbero detto buoi, lo so!) ed il concetto che sta alla base della fotografia è proprio quello di catturare la giusta illuminazione per poter raffigurare il soggetto che abbiamo di fronte.
Catturare la luce significa dare il giusto “peso” al soggetto principale, gli elementi secondari, lo sfondo e tutto quello che c’è sul set fotografico che sia in studio o in esterno.
Quando si scatta in studio un lavoro importante è fissare uno schema di luce che permetta di esprimere la nostra idea ed imprimere nel nostro scatto il significato che vorremmo dare all’immagine.
Non è un fattore da sottovalutare, perché molte volte è a causa di uno schema di luce errato un’immagine risulta piatta, non leggibile o del tutto fuorviante dal significato che volevamo comunicare.
Gli schemi di luce possono dare importanza al soggetto sottolineandone le forme, facendo capire anche il minimo dettaglio. Prendiamo per esempio i quadri del Caravaggio (non voglio addentrarmi troppo nella storia dell’arte che ancora mi è ignota, ma alcuni punti di riferimento li trovo quasi obbligatori): i suoi chiaroscuri sono talmente intensi da avere una naturale tridimensionalità e lo fa dando le giuste ombre e la giusta luce ai soggetti raffigurati. Il nostro scopo è lo stesso!
Data la molteplicità delle fonti di luce di cui, oggigiorno, disponiamo dobbiamo fare i conti con la nostra capacità di utilizzarli: avere anche una semplice torcia potrebbe aiutarci, ma possiamo anche creare schemi luci con 4/5 o chissà quanti e quali flash, luci o altri supporti come pannelli schiarenti o illuminnati da studio.
Il focus di quest’articolo no è elencare tutti gli schemi di luce che si possono fare con un set di flash da studio, ma farvi capire come lavorare con quel poco che avete.
Una luce naturale che entra da una finestra potrebbe già fare al caso vostro. Il dibattito qui non sta nel non saper utilizzare le luci, ma di saper sfruttare al massimo quello che già abbiamo.
Se tutto quello che abbiamo è la luce naturale della nostra finestra, poniamo il soggetto a 3/4 (tre quarti) e mettiamolo in posizione comoda, cerchiamo di illuminare il viso in modo da far vedere bene la parte illuminata, mettiamo in ombra la parte del soggetto che solitamente si vede meno (la parte del viso opposto alla luce, per esempio) e poi, se il salotto di casa nostra non è appetibilmente fotografabile, concentriamo la nostra fotografia solo sul soggetto che vogliamo raffigurare. Ecco il primo schema di luci. (Fig.1)
Se si possiedono i flash il livello di immaginazione è più ampio, cioè gli schemi di luce che possiamo ricavare sono maggiori. Possiamo porre un flash in alto a destra o sinistra e uno a mezza altezza per avere un effetto Rembrandt (Fig. 2), possiamo porre un flash alle spalle e uno davanti per avere una silhouette più marcata con il controluce (Fig. 3). Possiamo sbizzarrirci!
Ricordo sempre che la fotografia è un’arte e come tale ognuno può esprimerla come preferisce.
Dalla luce dura e schiacciante del mezzogiorno, a quella delicata della luce che filtra da una finestra, scrivere con la luce resta sempre l’esercizio principale da effettuare. Un altro esercizio che vi suggerisco di fare abitualmente, che serve, è quello di osservare una fotografia non solo per le sue forme e per il soggetto raffigurato, ma per come viene scritta, ovvero per come la luce viene raffigurata nell’immagine.
Se non avete idee di come poter fare uno schema di luci, c’è sempre internet oppure ci sono dell’app che ti aiutano a posizionare soggetto, luci, flash o altro sul set e conservare l’immagine del set.
Io, personalmente, cerco su Pinterest! 😉