La fotografia sociologica del nostro tempo
La Street Photography è un genere fotografico molto affermato e praticato in tutto il mondo: vai in giro per la città, per un borgo, per le capanne di una tribù e cogli un attimo di vita che racconta chi?, come?, dove? quando? e perché? Quest’ultimo riferito all’Operator: perché ha scattato quella fotografia? e cosa voleva raccontare?
Ecco! la Street è una scatto rubato al momento giusto, nel posto giusto, con la giusta luce e con la giusta inquadratura e non deve mancare il fattore C (come lo chiamiamo noi fotografi)…la fortuna!
Raccontare uno squarcio della vita di una persona o anche di un animale che sta facendo un’azione quotidiana o anche straordinaria rappresenta un punto preciso del tempo e della società: la Street Photography riporta sociologicamente uno spaccato della società.
La società che vediamo in quel momento ci aiuta a capire le mode, alcune volte, se l’immagine non è in bianco/nero, i colori e le sfumature che si usano in quel periodo. Ci aiuta a conoscere i luoghi e riconoscerli, lì, dove sono stati fotografati e come sono stati fotografati. La società viene rappresentata, se vogliamo essere ottimisti e guardare l’immagine come veritiera, come una realtà assoluta. In quel preciso momento il testo visivo spiega cosa lo Spectrum rappresenta, cioè proprio se stesso, la sua aria viene fuori in tutta onestà e l’IOperator esprime tutta la sua referenza nei confronti del racconto che vuole esporre. La vita, davanti a sè continua indisturbata, ma quel particolare lo vuole fare diventare punctum e vuole che sia raccontato in un testo visivo.
Il tempo nella fotografia rappresenta l’è stato, cioè l’attimo in cui la fotografia è stata impressa (nel sensore o nella pellicola che ancora qualcuno utilizza). Il luogo, il soggetto, la società vengono catturati in quel preciso momento che, poco dopo, non ci sarà più e diventa passato. Quel momento verrà ricordato e sapremo che lì, a raccontare quel momento, c’è stato un fotografo che ha saputo cogliere il racconto e l’ha voluto esporre a modo suo.
La Street Photography non dev’essere, però, banale, non deve rappresentare un reportage della società, nè una cartolina del luogo che si osserva. E’ quel racconto semplice e senza troppe distrazioni, che ci racconta con stupore un attimo di vita, uno spaccato di società. Capita che osservando una fotografia di Street vedi un insieme di storie, un via vai di persone che vivono la loro vita, fermi ad assaporare l’attimo, intenti a lavorare o poltrire, intenti a vivere il momento insieme a tante altre persone riflesse da uno specchio, dietro una vetrina, oltre il soggetto, con il soggetto, che camminano e, per caso, entrano nell’inquadratura. Una fotografia di street può racchiudere tantissimi racconti o solo uno, sta all’Operator saperlo raccontare.
Raccontare un gioco visuale di immagini che si disincantano fra ombre e luci, fra chiarie scuri. L’odierna Street, è un riassunto di quello che la realtà ci sta mostrando. La post produzione di alcuni fotografi diventa quasi surreale e nel bianco/nero non ritroviamo più tante sfumature di grigio, anzi, alcune volte, ritroviamo solo il bianco e il nero. Nettamente separati fra loro delineano geometrie, contorni e figure che si riconoscono molto bene. I soggetti sono ben esposti nell’immagine e giocano un ruolo quasi secondario, il ruolo primario è dato dalla bicromia dell’immagine e dalle forme date dalle luci e dai tagli netti di ombre che creano vuoti parlanti nel testo visivo.
La nuova Street si impone per il suo carattere duro e prepotente: l’immagine, la figura c’è o non c’è, si vede o è del tutto nascosta nell’ombra e si perde. I soggetti, che mille ve ne possano essere, possono anche non essere raffigurati, ma ci sono. Il fotografo mette in luce solo quello che vuole raccontare e lo fa con ingegno, con sfrontatezza e bravura.