Dopo la lunga pausa causata dal Covid-19 che ci ha visti protagonisti di una solitudine forzata, l’uscita fotografica di gruppo, o chiamata anche shooting fotografico, è ritornata in auge.
Io mi occupo anche di organizzare uscite fotografiche di gruppo: sopralluogo, modella, merenda, chiacchiericcio e tanti buoni amici che condividono la passione per la fotografia.
Mi piace organizzare uscite fotografiche! La mia mente comincia ad attivare i neuroni dell’immaginifico per poter offrire ai partecipanti un’uscita fotografica dove, anche in un unico luogo, possano raccontare una storia e portarsi a casa un’esperienza da condividere.
Il punto di partenza di questo mio lavoro è appunto quello di condividere la fotografia: tra uno scatto e l’altro ci si scambiano pareri su macchine fotografiche, tecniche di scatto e anche sulle pose e trucchetti da far eseguire alla modella. Insomma, diventa una piccola scampagnata fotografica con tanto di merenda.
Si si! Avete capito bene, merenda!
Mentre la modella si cambia e riprende il trucco, io offro ai miei amici uno spuntino da consumare velocemente (dolce o salato). Un momento conviviale per continuare a parlare di fotografia e non solo.
Organizzare un’uscita fotografica comporta, comunque, un impegno non indifferente: prima di tutto si deve avere un’idea che funzioni e che stuzzichi l’appetito fotografico (quella voglia di scattare che ti induce a partecipare); poi trovare modella e location che possano offrire un aspetto appetitoso; fare un provino alla modella; e, the last but non the least, fare il sopralluogo.
Avere l’idea dell’uscita fotografica non è semplice: se troppo banale non riesce ad avere un sex appeal immaginifico, se troppo complicata non sempre si riesce a mettere in pratica. Bisogna, quindi, trovare un ottimo compromesso alla fattibilità e emozionalità: riuscire a toccare mente, cuore e occhio dei fotografi e riuscire a farli partecipare serenamente (qui che entra in gioco anche il sopralluogo).
Poi, bisogna trovare una modella adatta alla location e al tema che si vuole improntare all’uscita: io, personalmente, cerco ragazze semplici che abbiano voglia di mettersi in gioco. Nel mio caso, si tratta di ragazze laboriose e siciliane (ci tengo a sostenere la bellezza delle ragazze della mia isola). Non sono modelle d’agenzia, né chi si spaccia per modella e poi lo fa solo per arrotondare e non conosce il mestiere, perché, per fare la modella non basta essere belle (qui scocco una freccia per le categoria). Fare la modella significa, innanzitutto, bucare l’obiettivo (come si dicevano a Hollywood), dote che hai nel sangue e non si inventa, vuol dire essere fotogeniche; poi, bisogna sapersi muovere con tempi e pose che possano andar bene in quel momento, per quello che si sta facendo e che richiede il fotografo (anche se potrebbe sembrare strano, alcuni fotografi hanno idee talmente geniale che, a primo acchito, sembrano balorde e assurde, ma in fotografia riesco benissimo); quindi, curare il proprio corpo, che significa semplicemente, prendersi cura delle mani e dei piedi (unghie sempre pulite e ben limate, pelle sempre idratata e senza screpolature), sistemazione e cura dei capelli, del viso e di tutto il corpo in generale. Insomma, non bisogna alzarsi al mattino e andare fare shooting col cuscino ancora stampato sul viso. Alcune cose potrebbero sembrare scontate, ma non lo sono…fidatevi!!!
Vado al passo successivo, magari dedico un intero articolo alle modelle!
Come dicevo prima, the last but not the least: la location. Bisogna trovare una location adatta allo scopo dello shooting, che sia raggiungibile da tutti (bisogna anche controllare se possono partecipare persone con problemi deambulatori se richiesto) e se è adatta a far scattare diversi fotografi contemporaneamente senza che nessuno, o quasi nessuno, intralci la visuale ad altri. Trovata la location nel nostro immaginario, bisogna andare a fare il sopralluogo. Cosa molto importante perché potrebbe capitare di trovare le strade in situazioni di non percorribilità, oppure di trovare la location non più accessibile al pubblico. La natura cambia e con essa il paesaggio dove fare gli scatti e, infine, non potrebbe essere adatta allo shooting che si sta organizzando.
*ACAF Associazione Catanese Amatori Fotografi